New York-Based Wedding Photographer
Unforgettable
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Benvenuti
a casa mia
Non ve la ricordavate così? Sì, l’ho un po’ ristrutturata.
Ci ho messo un po’ prima di decidere cosa cambiare… Che poi decidere. Non ho scelto io come modificarla: semplicemente, sono cambiata io, è cambiata anche lei. Ci è voluto del tempo. Troppo, direbbe ora la mia vocina interiore, ipercritica e impaziente. Il giusto, dico invece io, che non sono diventata improvvisamente saggia, ma che ho imparato ad accettare che le cose accadono sempre al momento giusto, per una ragione che al momento può sembrarci incomprensibile, ma che poi ci rivela quanto saremmo stati impreparati se quella cosa fosse successa appena un attimo prima.
Sono mesi e mesi che dovevo decidermi a fare un restyling, ma ogni volta ero come bloccata: prima non mi sentivo pronta – “cosa racconto? Cosa scrivo?”, io che le parole le mangio a colazione, pranzo e cena -, poi non mi sentivo abbastanza – nonostante gli studi fatti e la vita macinata a suon di lacrime e sorrisi -, poi avevo paura – di espormi, di mostrarmi, di mettermi in gioco, io che sono capace di affrontare un discorso a braccio, improvvisando. Insomma, non arrivava mai il momento giusto. Ma quando diventa giusto il momento, se dentro non ci sentiamo giusti noi?
Poi, un giorno, all’improvviso, senti che qualcosa dentro è cambiato, senti un click, un boom, come di un tappo che salta, un vulcano che erutta… E cominci.
Vedi migliaia di uccelli radunati in stormo, volteggiare sopra i campi di casa tua, ordinati ma scompigliati, senti il frusciare delle foglie in quella brezza tiepida e leggera che annuncia un’estate titubante, e ti senti connessa all’universo. Ti riconosci, finalmente. Senti che anche tu sei esattamente così: ordinata ma scompigliata, titubante ma non timida. Avevi solo bisogno di un attimo di pace. Scende una lacrima, lì in mezzo al nulla, sdraiata nell’erba appena rasa per fare il fieno, affiancata dalla tua cagnolina ansimante, vogliosa di puntare uno degli aironi bianchi sparsi nei campi infiniti davanti a te.
Torni a casa, e capisci che è il momento di partire. Per dove, non lo sai esattamente, ma sai che devi ingranare la prima e schiacciare sull’acceleratore. Aspetti per una vita, poi la vita arriva e non riesci più ad aspettare. Esci dal paese di comfort zone, senza una meta, ma sapendo che là fuori c’è una strada da percorrere.
Così eccomi qui a presentarvi le stanze di casa mia: che è sempre lei, ma ora mi somiglia di più. Quella vecchia era perfetta per la Francesca di prima: seria, professionale, concentrata, ligia. In questa nuova casa ci sono poche regole: chi entra può anche non togliersi le scarpe, ma deve assicurarsi di essersi tolto l’armatura; chi entra, si senta libero di essere se stesso, sempre praticando la gentilezza e l’accoglienza; si parla d’amore, tanto, si fa l’amore tanto, ma non come credete voi (anche); il motto “solo cose belle” è sopravvalutato: sono benvenute anche le cose brutte, tanto abbiamo imparato a ricavarne il buono.
Entra… a cuore alto e disarmato!

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